giovedì 10 febbraio 2011

Cambiare i paradigmi dell'educazione

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Da  La scuola che funziona
Una tematica che spesso attraversa i nostri discorsi: il futuro della scuola.
Ecco una riflessione a partire da una delle tante intelligenti "provocazioni" di Sir Ken Robinson.
Una breve sintesi testuale del pensiero di Ken


Il primo concetto forte proposto è che di fronte alle sfide del futuro si danno, a scuola, risposte vecchie.
Perché? Il nostro sistema educativo attuale è quello pensato nelle circostanze economiche della prima rivoluzione industriale  nella cultura intellettuale dell’illuminismo.

L’idea dei educazione pubblica (obbligatoria, pagata con le tasse, gratuita per chi le riceve) è stata un’idea rivoluzionaria accreditatasi dopo il 18^ secolo non senza opposizioni da parte della classe dominante che riteneva  il “popolo”, la classe operaia geneticamente inadatta ad apprendere, a imparare a leggere e a scrivere. Perché perdere tempo con questa utopia?
Secondo il modello intellettuale illuministico l’intelligenza è basata sul ragionamento deduttivo e sulla  conoscenza dei classici;  in questo modo si è dato valore ad una forma di abilità cognitiva di stampo accademico.  Sulla base di questo  presupposto, la nostra scuola divide le persone in due profili: l’accademico e il non accademico , l’intelligente e il non intelligente. E secondo questa visione le persone sono state valutate creando figure vincenti (quelli che hanno un impostazione cognitiva coerente con questo modello) e persone  escluse (quelle che non si conformano).

Altra grande osservazione “la nostra istruzione propone agli studenti modelli anestetici”. L’atteggiamento, la condizione estetica è  quella in cui tutti i sensi stanno operando al massimo, in cui si è presenti, si vive nel momento, si sta ragionando, si è totalmente vivi; la condizione anestetica è quella in cui si spengono i sensi e si perde il contato con quello che si sta vivendo. Stiamo facendo vivere gli studente un’istruzione da anestetizzati. Dobbiamo risvegliarli.

Terzo punto della riflessione di Robinson: la nostra scuola è modellata sulla forma della linea di produzione industriale che prevede una crescita lineare, standardizzata e conformizzata (vedi, ad esempio, i test ed i curricula standard) perché privilegia, nelle persone, nella loro personalità, nella loro struttura cognitiva gli elementi comuni a tutti a scapito di quelli identitari, unici; che sono quelli che prevalgono. La nostra scuola valorizza, di conseguenza, solo una piccolissima parte delle risorse delle persone.


La nuova educazione è quella che parte dalle identità, dalle risorse autentiche .
Dobbiamo pensare diversamente alle capacità umane e uscire dal tradizionale modello che divide le persone sulla base delle prestazioni cognitive valorizzate dall’approccio illuminista e dal modello industriale -gerarchico di società.

La proposta di Ken Robinson si fonda, quindi, sulla valorizzazione di una molteplicità di abilità ed approcci cognitivi, primo tra tutti il pensiero divergente e forme didattiche di collaborazione tra studenti.

Premesso che si può concordare o meno con questa lettura della scuola, del suo passato, del suo presente e del suo futuro, la questione è: come possiamo intervenire, come insegnanti, per fare oggi, una scuola adeguata al mondo d’oggi?

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